L’attore della storia di oggi è un ex cliente di DECIBA.
Ambrogio, sotto l’egida di Gaetano Vilnò, Presidente di DECIBA è stato lanciato in una battaglia legale contro la sua banca. La vicenda è talmente paradossale che merita un posto d’onore nella categoria kafkiana; quella degli analfabeti bancari.
Il processo orchestrato da DECIBA e i suoi avvocati si è trasformato in una brutta commedia quando la perizia da loro redatta, che dichiarava il mutuo di Ambrogio usurario, viene totalmente smentita dal Tribunale di Busto Arsizio.
Immaginate il Giudice, il dott. Nicola Cosentino, sopracciglio alzato e le mani tra i capelli, incredulo, perplesso, di fronte a un fondamento giuridico matematico talmente inconsistente da far rimpiangere le istruzioni di montaggio dei mobili IKEA.
E mentre DECIBA cerca di ritagliarsi un ruolo da protagonista nel settore definendosi l’associazione dei “massimi esperti”, emergono dubbi sulla loro reale competenza.
Ambrogio, infatti, non pare essere un caso isolato.
ATTENZIONE Consumatori per difendersi dalla “fuffa” la ricetta vinvente è sempre la stessa, INFORMARSI è il primo passo verso la tutela dei propri diritti anche finanziari.
L’acquisto della perizia non sempre è la soluzione al problema, noi lo ripetiamo dal 2015.
Ambrogio contro Banca. Regia di Gaetano Vilnò di DECIBA
Per chiunque sia curioso di approfondire “il Caso DECIBA” questo è il link per accedere a ulteriori approfondimenti.
Proseguendo nel racconto di questa vicenda, iniziamo con l’evidenziare che nell’estate del 2018, Ambrogio ha la sfortuna di incontrare il sig. Gaetano Vilnò, Presidente di DECIBA, che sta per “Dipartimento Europeo Controlli Illeciti Bancari”.
Frenate gli entusiasi, è un acronimo a caso non c’è nessuna Europa e nessun Dipartimento dietro a questa associazione, è un nome puramente inventato.
Dunque dicevamo, il nostro Ambrogio, come tutti noi, era continuamente bombardato da infiniti discorsi riguardanti l’usura e gli illeciti perpetrati dalle banche. Ricordate tutti come queste argomentazioni accese e gli slogan pubblicitari erano spesso al centro delle attività di aziende nate per la commercializzazione delle perizie, tra cui SDL Centrostudi e in passato anche la sua socia DECIBA.
Quest’ultima, per altro, si distingue per un certo eccesso di autocelebrazione.
Sul loro sito web infatti, non troviamo certo un bagno di umiltà, il presidente si proclama non solo un “esperto finanziario” ma anche un “Visionario”, con la V maiuscola per dare quel tocco di grandiosità!
Ecco l’esatta frase
Non sono solo un esperto finanziario, ma anche un Visionario.
Locuzione “aggetivale” dell’art 7 della costituzione romana di Giallini
me cojoni
Il nostro Ambrogio, dunque, motivato dalla fiducia in quello che gli sembrava un’autorità influente nel settore bancario, decide di affidare l’analisi del suo mutuo a DECIBA.
Firma quindi un contratto con Financial Solution Srls, una piccola realtà aziendale “semplificata” che sta alle spalle di DECIBA, di cui il sig. Vilnò è anche il Legale Rappresentante.
Per i maliziosi, fermi tutti, nulla di illecito in tutto ciò!
Ambrogio ha quindi decisio di affrontare questo investimento e fronteggiare le spese per la consulenza di Financial Solution/DECIBA per l’acquisto della perizia che avrebbe dovuto analizzare il suo mutuo, sospettato di usura, e per le procedure legali correlate, già definite nel contratto.
Riassumendo abbiamo queste spese:
- Fase Stragiudiziale: €3.500,00 più IVA.
- Fase Giudiziale: €2.500,00 oltre IVA, CPA e spese generali.
- Spese Extra: €500 per compenso dell’avvocato domiciliatario, oltre a contributo unificato, marca da bollo di €27, spese di notifica di €12, il tutto sempre oltre IVA e CPA.
- Ulteriori Costi Giudiziali: se il giudice richiede un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU), i costi saranno calcolati secondo i tariffari del Tribunale di Busto Arsizio.
- DECIBA CTP: extra rispetto alla redazione della perizia, Financial Solution/DECIBA prevedono un compenso aggiuntivo di €450 più IVA per la nomina del Consulente Tecnico di Parte (CTP) durante il giudizio.
e ancora la “Fase 3 – Esito”: In caso di esito positivo della pratica, Financial Solution/DECIBA riceveranno un compenso proporzionale del 15% dei benefici ottenuti, oltre IVA e accessori.
In totale, senza aver ancora dato inizio alla causa, le spese supportate per il nostro cittadino hanno già delineato un un impegno finanziario significativo e hanno superano i €6.500, escludendo l’IVA e spese generali-accesorie.
Tutto questo per una perizia che, paradossalmente, non riceverà mai, in quanto documento inviato esclusivamente agli avvocati convenzionati seguendo il modello commerciale del buon sig. Serafino Di Loreto della SDL Centrostudi dalla quale utilizza anche un layout sorprendentemente simile.
Una volta espletata tutta la coreografia, nota a tutti noi, ecco che l’atto di citazione viene formalmente depositato in Tribunale.
Dall’altra parte, quella che viene definita la parte opponente, la Banca Nazionale del Lavoro (tra l’altro, per la mia esperienza, una delle banche più rigide e più burocratizzate nel nostro paese) presso la quale Ambrogio aveva un mutuo per l’acquisto della sua prima casa aperto e in regolare ammortamento e sul quale mai aveva avuto problemi.
Le richieste delle parti in causa
Parte Attrice le domande Ambrogio, rappresentato da DECIBA e dai suoi avvocati esperti in Diritto Bancario, hanno chiesto al Giudice di riconoscere il mutuo come usurario e, di conseguenza, di dichiarare il contratto gratuito sulla scorta dell’assunto che il tasso di interesse applicato nell’ipotesi (in concreto mai verificatasi) di estinzione anticipata sarebbe stato superiore al limite di usura. Inoltre, hanno sostenuto che l’applicazione di interessi superiori a quelli stabiliti nel contratto renderebbe nulle le clausole relative agli interessi per indeterminatezza, come previsto dagli articoli di legge. Invocano quindi l’applicazione delle norme suppletive. Hanno poi richiesto la verifica di tutta la tesi esposta mediante la nomina di un CTU al quale richiedere la verifica sulla natura usuraria del mutuo e la rideterminazione del credito eventualmente reclamato dalla In ultimo, hanno chiesto di annullare la clausola sugli interessi e di ricalcolarli secondo i criteri esposti nella loro tesi, oltre che chiedere la condanna della banca al risarcimento dei danni subiti. Parte Convenuta le domande La Banca parte convenuta, costituita in giudizio ha contestato le tesi di parte attrice e ha chiesto il rigetto delle domande di parte attrice.L’istruttoria e i motivi della condanna di Ambrogio
La tesi introdotta da DECIBA sosteneva in pratica che la natura usuraria di questo mutuo deriviva dai costi previsti in caso di estinzione anticipata del mutuo.
Peccato che il contratto di mutuo, stipulato nel 2010, tra le parti non prevedeva alcuna penale per l’estinzione anticipata del mutuo stesso.
Cito testuali dalla Sentenza le parole del Giudice:
L’art. 5 del contratto di mutuo, dedicato all’estinzione anticipata, non prevede il pagamento né di commissioni né di spese forfetarie, sicché le spese di cancellazione dell’ipoteca indicate non trovano riscontro alcuno nel contratto.
Deve poi ricordarsi che il contratto di mutuo oggetto di causa è un contratto di mutuo fondiario, per il quale vige una speciale disciplina di favore per il mutuatario sia con riguardo al divieto di applicazione di penali e commissioni in caso di estinzione anticipata, sia con riguardo alla cancellazione dell’ipoteca a seguito dell’integrale rimborso del mutuo, cancellazione che non è soggetta, per espresso disposto di legge, ad alcun addebito di spese a carico del cliente mutuatario.
Vi è di più
In particolare, il contratto in questione è assoggettato ratione temporis alla disciplina di cui all’art. 7, d.l. n. 7/2007, conv. con modif. nella l. n. 40/2007, la quale ha previsto la nullità delle pattuizioni istitutive di commissioni o penali ovvero di addebiti di spese a carico del mutuatario in caso di estinzione anticipata del mutuo.
Ciò è confermato dal documento di sintesi allegato al contratto, che prevede l’applicazione di spese di cancellazione solo nei casi di cancellazione con procedura notarile, non richiesta nel caso di specie … .
Il giudice non è riuscito a capire come, negli atti di causa presentati da DECIBA che rappresentava la parte attrice e “nella stessa perizia di parte allegata in atti”, si è giunti alla determinazione di tassi usurai applicabili nell’ipotesi del caso di estinzione anticipata del mutuo.
Per il Giudice non appare né logico, né provato matematicamente e giuridicamente dalla perizia di DECIBA e dagli atti presentati dai loro avvocato che tali tassi, stranamente … alti…, siano stati influenzati dalle sole eventuali spese di cancellazione dell’ipoteca, pari a €120,00, che NON SONO MAI STATI PREVISTI IN NESSUNA PAGINA DEL CONTRATTO DI MUTUO.
Da dove sono sbucati questi € 120,00 nella perizia se non sono stati dichiarati nell’atto? E perchè aggiungerli ai conteggi?
Dunque, nessuna perizia con calcoli astrusi; tutto ciò che serviva per la verifica della corretteza contrattuale del mutuo di Ambrogio era la SOLA capacità di SAPER LEGGERE un banale contratto, redatto in lingua italiana così semplice e talmente chiaro da far invidia alla trasparenza dell’acqua distillata, per capire che innescare una battaglia legale contro la banca era di fatto una gigantesca buffonata.
Verbo leggere, quella competenza cruciale che un bimbo inizia a sviluppare sin dai primi mesi di scuola primaria!
L’odissea di Ambrogio si conclude, qui o no?
Ancora una volta, così come accaduto per centinaia di persone ex clienti SDL Centrostudi, anche in questo caso, questa perizia dal costo di € 3.500,00 oltre iva non ha dimostrato in alcun modo alcun anomalia o alcun illecito legato al mutuo.
La perizia è servita solo a far arrichire DECIBA e Financial Solutions, gli avvocati incluso quelli delle banche e la banca che in bilancio a fine anno ha portato a profitto le spese legali della condanna di Ambrogio che il Giudice ha richiesto in sentenza che certamente sono più alte rispetto a quanto le banche pagano gli avvocati.
Niente prove su tutta linea, dice quindi il Giudice, ne deriva che tutte le domande di parte attrice, vanno dunque RIGETTATE.
Un altro cittadino condannato a risarcire la banca perché il suo “esperto finanziario, ma anche un Visionario” non hanno saputo leggere un semplice contratto
P.Q.M.
Il Tribunale rigetta le domande attoree;
condanna Ambrogio a rimborsare alla banca le spese di lite, che si liquidano in € 3.000,00 per compensi professionali, oltre spese generali, i.v.a., c.p.a..
E con questo ulteriore onere il danno economico patito da Ambrogio si aggira intorno alle € 10.000,00 e per altro non ci si ferma nemmeno qui …
Si, infatti DECIBA e i suoi avvocati propongono ad Ambrogio di contestare la decisione del Giudice Dott Cosentino depositando le doglianze presso la Corte di Appello di Milano, e questo ve lo racconto nel prossimo articolo.
Quindi … non è finita qui! State collegati a breve la seconda parte della storia
ATTENZIONE Consumatori per difendersi dalla “fuffa” la ricetta vinvente è sempre la stessa, INFORMARSI è il primo passo verso la tutela dei propri diritti anche finanziari.
L’acquisto della perizia non sempre è la soluzione al problema, noi lo ripetiamo dal 2015.
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