Dalle ceneri di SDL Centrostudi … non sempre risorgono le fenici.
Anzi, in certi casi, un nuovo nome non basta a ripulire un vecchio curriculum. È il caso di Work & Solution S.r.l., società erede (o dovremmo dire reincarnazione?) della ben nota SDL Centrostudi, poi ROMA Servizi, già finita nel mirino di inchieste, proteste e procedimenti giudiziari ancora pendenti.
Dichiarata fallita dal Tribunale di Brescia al n. 1/2024 del 03/01/2024, la SDL o ROMA Servizi, specifichiamo!
Ed è proprio con l’altro nome della SDL, con la Work & Solution che una imprenditrice fiduciosa e speranzosa, oggi più consapevole e preparata, aveva firmato un contratto per la Ristrutturazione del Debito – ambito Crisi d’Impresa. Un servizio che Work & Solution sulla carta prometteva per completo e risolutivo, ma che nella realtà si è rivelato incompleto, mal eseguito e… del tutto inutile nel caso in esame.
Lo riconoscete? Si, è un segnale distintivo d’eccellenza, inconfondibile, è lo stile SDL!
Morale: l’imprenditrice si è trovata a doversi difendere da un decreto ingiuntivo mosso da W&S per richieste economiche relative a prestazioni che, secondo il Giudice di Pace di Brescia, non sono mai state davvero rese.
E sapete com’è finita? Con una bella vittoria in aula e una condanna per la società “rinata”.
Curiosi? Continuate a leggere: la storia è piena di spunti (e lezioni) per chi, come noi, crede che il rispetto dei contratti sia ancora una cosa seria.
Work & Solution, nuovo nome stessi guai: SDL cambia pelle
Alla luce dei recenti avvenimenti e per onorare la verità storica, è necessario chiarire chi è la società Work & Solution S.r.l.. Pertanto, è opportuno premettere quanto qui di seguito.
Mentre la precedente SDL Centrostudi si avviava verso l’inevitabile fallimento, poi avvenuto, nel biennio 2018/2019, nonostante gli sforzi del presidente, ex Magistrato Dott. Piero Calabrò, volti a salvaguardare la reputazione della stessa e delle persone associate, andava emergendo nuova entità societaria, la Work & Solution S.r.l..
Questa entità è stata inizialmente costituita sulla stessa partita IVA della SDL Centrostudi, ma successivamente è diventata un’azienda autonoma e formalmente indipendente. Il settore di attività, lo stile operativo, il piano marketing e la maggior parte delle figure professionali coinvolte sono rimasti gli stessi, insieme ai problemi precedenti.
A noi di SOS Difesa Legalità questa trasformazione non suona affatto nuova.
Abbiamo già incrociato questi nomi in altre aule di tribunale, tra cui il procedimento per diffamazione che la sottoscritta ha promosso a Perugia, contro alcune figure all’interno dell’azienda tra i quali Fabio Chiappini, allora appunto Direttore Aziendale proprio della Work & Solution, in concorso con Serafino Di Loreto, già a capo di SDL Centrostudi.
Su questa parentesi giudiziaria ancora pendente, ossia la diffamazione da questi perpetrata a mio danno (per approfondire qui articolo “Perugia: assolto Fabio Chiappini, la responsabilità su Serafino Di Loreto”) peraltro, pendono ancora oggi azioni giudiziarie. In quell’occasione, il giudice fu molto chiaro nel sottolineare che le responsabilità principali erano da ricondurre proprio a Di Loreto, ideatore e leader indiscusso di quel controverso sistema aziendale. Un sistema che oggi appare aver semplicemente cambiato pelle, ma non sostanza. E forse dietro questa nuova veste societaria … mi taccio.
È proprio con questa “nuova” Work & Solution che la nostra associata, fiduciosa, aveva sottoscritto l’8 luglio 2019 un cosiddetto “Contratto di perizia del servizio di fattibilità per la ristrutturazione del debito”. Il corrispettivo, ben 12.000 euro oltre IVA e spese vive. In cambio, W&S prometteva un’ampia gamma di analisi, consulenze, due diligence e assistenza fiscale e tributaria. Insomma, sulla carta sembrava davvero un contratto perfetto e dettagliato.
Ma, all’atto pratico, le prestazioni si sono rivelate… come dire… praticamente inesistenti. Chi l’avrebbe mai detto?
L’imprenditrice ha potuto constatare che, a parte qualche sporadico ricorso tributario per IMU e TASI del 2014 (attività peraltro già previste nel contratto), nessuna delle analisi dettagliate promesse era mai stata effettivamente realizzata. Niente perizie approfondite, nessuna reale assistenza sulle cartelle esattoriali, niente consulenza “specializzata”. Solo richieste di pagamento, spesso anticipate e parzialmente già corrisposte, senza alcun risultato concreto.
Alla legittima contestazione da parte della imprenditrice, Work & Solution ha reagito come da manuale, rigettando le rimostranze e pretendendo con decisione e fermezza il pagamento residuo del contratto. È così che la società Work & Solution, forte delle sue ragioni, richiede al Tribunale di Brescia una procedura giudiziaria semplificata, più rapida rispetto a un normale processo civile, denominata, decreto ingiuntivo (provvedimento emesso dal giudice su richiesta di un creditore che abbia un credito certo, liquido ed esigibile, supportato da una prova scritta, nei confronti di un debitore che non ha adempiuto all’obbligazione), intimando l’imprenditrice al pagamento di ulteriori 3.607,67 euro, più spese.
Ovviamente, da parte della nostra Associazione, è scattata una ferma e determinata opposizione legale al decreto.
La parola al Giudice: quando il diritto suona come il buon senso
La nuova lite giudiziaria arriva sulla scrivania della Dott. Laura Ragni, Giudice di Pace della città di Brescia, che ha affrontato la questione con il rigore che si riserva ai casi di “contratto sì, ma prestazione boh.”. Partendo dai principi consolidati, il Giudice ha ricordato che:
- nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, è il creditore quindi in questo la Work & Solution, a dover dimostrare l’esistenza del credito;
- non basta produrre il contratto e una “relazione generica”: serve provare che quanto promesso in contratto sia stato effettivamente realizzato;
- i documenti presentati da Work & Solution erano privi di data certa e scarsamente attendibili: non bastavano a dimostrare che le prestazioni pattuite fossero state realmente svolte;
- una mail del mese di agosto 2020, in cui la stessa Work & Solution proponeva di “convertire” il contratto originario in un’attività più ristretta, ha giocato come una prova decisiva a favore della nostra socia/imprenditrice: segno evidente che la stessa Work & Solution era consapevole di non aver rispettato gli impegni iniziali.
Morale della favola: il contratto tra le parti non è stato rispettato dalla Work & Solution e il Decreto Ingiuntivo quindi doveva essere revocato.
Il Giudice decide: chi sbaglia paga. Work & Solution condannata
Come recita il dispositivo della sentenza (in perfetto legalese che qui riportato):
Il Giudice di pace in epigrafe, definitivamente pronunciando tra le parti, ogni diversa istanza, eccezione e deduzione reietta, così decide:
– Accoglie l’opposizione e, per l’effetto, revoca il decreto ingiuntivo n. 3165/2021 emesso dal Giudice di Pace di Brescia. statuendo che nulla è dovuto da parte opponente alla società opposta in conseguenza dell’odierno giudizio instauratosi con il procedimento monitorio;
«Accoglie l’opposizione e, per l’effetto, revoca il decreto ingiuntivo n. 3165/2021 emesso dal Giudice di Pace di Brescia, statuendo che nulla è dovuto da parte opponente alla società opposta in conseguenza dell’odierno giudizio instauratosi con il procedimento monitorio; Condanna parte opposta al pagamento, in favore di parte opponente, delle spese e dei compensi professionali, che liquida in euro 1.165,00 (di cui euro 76,00 per anticipazioni), oltre spese generali (15%), CPA e IVA come per legge. Sentenza provvisoriamente esecutiva ex art. 282 c.p.c.»
In sintesi:
Il Decreto Ingiuntivo è stato integralmente revocato e l’imprenditrice non deve nulla a Work & Solution, società che, perpetuando fedelmente la discutibile prassi già consolidata in SDL Centrostudi, ha commercializzato contratti caratterizzati da vane promesse consulenziali, di fatto inattuabili, basate su allettanti quanto irrealistiche prospettive—il classico “troppo bello per essere vero” che dovrebbe allertare ogni consumatore. Questa attività appare chiaramente propedeutica alla sistematica precostituzione di crediti, utilizzando poi in modo strumentale il sistema giudiziario per consolidare le pretese stesse, in modo sistematico e seriale, li ci sono avvocati a cui la redazione e il deposito di un atto non costa gran che, dall’altra parte c’è un cittadino che a volte non ha i mezzi economici per difendersi.
Tutto questo è PERICOLOSO!
Questa volta fortunatamente l’imprenditrice ha scelto di difendersi e di lottare per i suoi diritti , il Giudice ha condannato Work & Solution al pagamento integrale delle spese legali.
Conclusioni di SOS Difesa Legalità
Il consiglio operativo:
“Non sempre i grandi nomi fanno grandi servizi. Quando firmate un contratto – specie se riguarda attività complesse come la ristrutturazione del debito – pretendete clausole chiare, dettagliate e, soprattutto, controllate la serietà delle prestazioni man mano. Fidarsi è bene, farsi assistere da chi tutela la vostra legalità è molto meglio.”
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